UNGHERIA: I socialisti chiesero alla mafia di fermare Orbán?

Una conversazione del 2008, trascritta e divulgata pochi giorni fa, getta una nuova ombra sul partito socialista ungherese, a circa sette anni dalle dichiarazioni dell’allora primo ministro Guyrcsány che ammise di aver mentito sui conti di stato. Stavolta però a far parlare dello “scandalo del secolo” i giornali ungheresi è un accordo tra la criminalità organizzata e i servizi segreti, controllati all’epoca dal governo socialista al potere.

Dalle trascrizioni emergono conversazioni tra Tamás Portik, noto criminale ungherese, definito un capobanda della mafia di Budapest e Sándor Laborc, l’allora direttore dei servizi di sicurezza nazionali, quelli che nel 2010 sono stati rinominati Constitutional Defence Office. In base ai rapporti, la cui autenticità è messa in dubbio dall’ex ministro responsabile dell’intelligence György Szilvásy, Portik e Laborc avrebbero parlato almeno tre volte nel 2008 riguardo a questioni di politica, tra cui come procedere per prevenire una vittoria della Fidesz, il partito di Viktor Orbán oggi al governo, alle elezioni del 2010. Portik avrebbe offerto la sua piena collaborazione ai servizi segreti sentendosi perseguitato dalla polizia magiara il cui capo era Sándor Pinter, oggi membro del governo nonché ministro dell’interno sotto Orbán tra il 1998 e il 2002.

Il quotidiano tedesco Die Welt spiega come nei dialoghi pubblicati sul sito dei servizi segreti Portik dichiari di aver corrotto esponenti dell’MSZP in più di un’occasione. L’uomo si trova oggi in carcere, arrestato nel giugno del 2012 con numerose accuse, tra cui anche legami con diversi casi di omicidio. Uno scandalo ampiamente ripreso e forse gonfiato dai media, da cui non si ricava alcuna certezza e che emerge in un momento particolare, a un anno dalle prossime elezioni, che certo non giova a una sinistra già frammentata e sfavorita nei sondaggi.

Ecco, comunque, un estratto del dialogo in questione, dove le due parti sono sospettate essere rivestite da Laborc (L) e Portik (P):

L: Faccio qualunque cosa…qualunque cosa dici. Sono sicuro al 150%, con tutta l’anima, con tutto il cuore…non penso tu possa chiedere qualcosa che non farei. Così dico…

P: Ok. Qualunque storia che possa essere raccolta velocemente va bene. Dovremmo iniziare così. Sarebbe interessante provare ad influenzare i decision-makers…attraverso la copertura dei media…con la droga o portandoli in un bordello eccetera.

L: Penso, posso fare una cosa del genere in futuro, ho relazioni con diversi bordelli, posso farlo da solo? Intendo dire se abbiamo bisogno di registrazioni.

P: Ti dico sempre cosa sappiamo e tu farai lo stesso.

Foto: Getty Images

Chi è Claudia Leporatti

Giornalista, è direttore responsabile del giornale online Economia.hu, il principale magazine in italiano sull'economia ungherese e i rapporti Ungheria-Italia, edito da ITL Group. Offre tour guidati di Budapest in italiano e inglese. Parla inglese e ungherese, ma resta una persona molto difficile da capire. Scrive racconti e sta lavorando (o pensando) al suo primo romanzo. Nata a Bagno a Ripoli (Firenze) senza alcuna ragione, vive a Budapest, per lo stesso motivo.

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