Per il 70mo anniversario della vittoria dell’Armata Rossa sulle truppe naziste a Stalingrado, sabato 2 febbraio nella città (oggi Volgograd), a Chita e a San Pietroburgo hanno circolato cinque “Stalin bus”, pullman che porteranno per le strade il ritratto del dittatore sovietico. La controversa iniziativa e’ stata promossa con donazioni arrivate dal partito Comunista russo e da organizzazioni di nostalgici dell’Urss. Come ha spiegato al quotidiano “Izvestija” Aleksej Roerich, coordinatore dell’iniziativa, a Volgograd gli Stalin-bus continueranno a girare per la citta’ fino al 9 maggio, quando in Russia si festeggia la vittoria nella Seconda Guerra Mondiale o “Grande Guerra Patriottica” come la chiamano i russi.
Sono almeno tre anni che, ciclicamente, gli autobus con le immagini del baffuto georgiano compaiono in Russia, puntualmente seguiti da una scia di polemiche legate alla spinosa eredità del “batjushka” (“piccolo padre”) nel Paese. “Ufficialmente l’immagine di Stalin e l’ideologia comunista non sono vietate“, ha ricordato al giornale Roerich, “vogliamo solo preservare la memoria della vittoria e delle persone che l’hanno resa possibile”. Il leader del partito d’opposizione extraparlamentare “Jabloko”, Sergej Mitrokhin, si è espresso contro l’iniziativa e ha avvertito che i suoi attivisti sono intenzionati a dipingere di rosso tutti gli autobus che porteranno il ritratto di Stalin, di cui ha condannato le “politiche idiote” e l’amicizia con Hitler, vere responsabili – a suo dire – dell’invasione dell’Urss.
Gli abitanti della ex Stalingrado – ribattezzata Volgograd nel 1961, in seguito alla “destalinizzazione” – sono comunque i meno ostili verso la figura del sanguinario dittatore. Attivisti locali hanno inviato una petizione al presidente, Vladimir Putin, perché rinominasse la città come ai tempi della storica battaglia, per cui e’ conosciuta in tutto il mondo. Secondo dati dei media russi, l’appello è stato firmato da 100.000 persone, circa il 10,5% della popolazione. E forse non e’ rimasto inascoltato. Come riporta l’agenzia “Interfax”, l’amministrazione cittadina ha deciso che da domani in poi – solo negli anniversari legati alla storia militare nazionale – Volgograd, la “città’ sul Volga”, tornerà a essere chiamata Stalingrad, la “città di Stalin”. I politici locali hanno escluso che si stia pensando di tornare definitivamente al vecchio nome della “città-eroe” sovietica, dove nel 1942 iniziò la sconfitta della Germania nazista. Ma l’idea e’ discussa da mesi sulla stampa russa, secondo la quale a favorire un “nuovo battesimo” concorrerebbe una certa ideologia patriottica, promossa dal Cremlino e basata sull’idea di una minaccia esterna e interna alla Federazione. Concetto ben simboleggiato dalla battaglia di Stalingrado. Intanto a Volgograd e’ tutto pronto per festeggiamenti in grande stile. A ricordare che la Russia rimane come allora una potenza mondiale, il 2 febbraio s’è tenuta una grande parata militare, con centinaia di soldati vestiti con l’uniforme dell’Armata Rossa. Sotto gli occhi di Putin, anche lui atteso alle celebrazioni.
In Russia la Grande Guerra Patriottica è ancora un elemento fondante dell’identità nazionale. Quanto a Stalin, nelle statistiche è molto popolare ma per quanto mi mi riguarda ne ho sentito parlar bene solo dagli anziani (nessuno di quelli che conosco parla di quel periodo come di un’epoca di terrore, tutti dicono che si stava benissimo !). Riguardo a Volgograd-Stalingrado, d’estate è un posto molto bello, con un sacco di verde, splendide spiagge sul Volga e soprattutto…ragazze di una bellezza indescrivibile ! Gli orrori della guerra sembrano lontani anni luce, la città ha tutto l’aspetto di una località baneare.
Anche gli “anziani” in Italia dicono che si stava benissimo con il diuce. Importante era di applaudire anche un rutto (chiedo scusa della volgarità) di LUI proclamando che era il più grande rutto del XX secolo.