Da diversi giorni in Albania vi è un motivo di preoccupazione: la notizia proveniente dalla Russia (ma non ancora ufficiale) che nel paese verranno smantellate le armi chimiche della Siria. Secondo la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite l’arsenale chimico siriano dovrebbe essere rimosso rapidamente dalla Siria e dovrebbe essere spostato in un luogo sicuro. L’Albania è certamente un paese sicuro dopo l’adesione alla NATO.
Tuttavia il ministro degli esteri albanese, Ditmir Bushati, durante un interrogazione alla Commissioni affari esteri sulla sua intervista a Le Monde, ha dichiarato che il premier Edi Rama e il segretario di Stato Usa John Kerry “hanno avuto una lunga conversazione telefonica sugli aspetti della sicurezza e su come gli altri paesi alleati possono contribuire alla finalizzazione di questo processo”. Il ministro degli esteri Albanese Bushati ha poi chiarito che “al momento non è stata presa nessuna decisione. Siamo stati solo contattati, in qualità di paese membro della Nato. Non abbiamo avviato né negoziati né consultazioni, visto che su una tale decisione dovrebbe pronunciarsi il Parlamento”.
Al momento siccome non c’è una richiesta ufficiale dall’ONU o dagli Stati Uniti non ci può essere alcuna decisione in tale senso. Ovviamente c’è una grande confusione in merito ad una richiesta dello State Department circa la possibilità di contribuire allo smaltimento delle armi chimiche in mano ad Assad, perché l’Albania non ha le infrastrutture adeguate per questa operazione molto delicata. Anche il presidente del Parlamento Ilir Meta ha confermato ai giornalisti che l’Albania si assumerà la la sua responsabilità nel processo di distruzione di armi chimiche in Siria, ed ha detto che “ogni decisione sarà presa in maniera trasparente”.
Dopo il completamento del censimento dell’arsenale siriano, l’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) è scesa in campo per cercare di individuare un paese disponibile allo smantellamento. E non è stato facile. Gli Stati Uniti hanno tentato senza successo con Turchia, Norvegia, Belgio e Giordania. All’Albania è stata inoltrata una richiesta informale perché nel 2007 è stato il primo paese al mondo che con l’assistenza di Germania, Svizzera e Stati Uniti, ha distrutto la totalità del suo stock di iprite. Ma smaltire da solo decine di tonnellate di armi chimiche in breve tempo e’ fuori dalla disponibilità di ogni paese membro della NATO.
Intanto è partita una contestazione nell’opinione pubblica. Gli ambientalisti di AKILH e attivisti della societa’ civile hanno cominciato a riunirsi per protestare contro una futura decisione del governo socialista di Edi Rama, chiedendo che venga respinta ogni proposta per lo smantellamento delle armi chimiche siriane in Albania, anche perché una delle prime decisioni del nuovo governo insediato poche settimane fa, è stata quella di abolire la legge che permetteva l’importazione dei rifiuti.
Modesta domanda: Se tutti “gli ambientalisti e attivisti della società civile” di tutto il mondo cominciano a protestare contro lo smantellamento delle armi chimiche siriane nel loro paese che succederà?
Rimarrano in Siria! Probabilmente no, non lo so, e il solito gioco tra BRSS (Rusia) vs USA e noi piccoli umani non ci capiamo niente!
Modesta risposta: Succede che lo smantellamento si faccia nello stesso paese della produzione. E succede anche che forse e’ora di finirla con queste armi chimiche e si comincia ad aiutare i paesi poveri in tutto il mondo con tutto questo denaro! Napoli e la sua terra incontaminata e’ l’esempio migliore per capire che queste cose NON debbano succedere, almeno con il nostro consenso!!!
La tua modesta domanda mi sembra un po’ non so,ipocrita?! Vorrei sapere quale sarebbe stata la risposta e l’atteggiamento italiano di fronte a questa richiesta.
Prima di fare modeste domande, fatti un modesto esame di coscienza.
Perché non distruggerle dove li producano?!
@emilio bonaiuti: fatti questa modesta domanda invece: se chiedessero proprio all’italia di distruggerle, tu diresti sì ok va bene tanto non possiamo protestare tutti per distruggere le armi chimiche siriane nel proprio paese oppure ti schiereresti proprio dalla parte di quegli ambientalisti e attivisti della vostra società civile che tu hai pure scritto tra le virgolette??
E poi fatti ancora quest’altra domanda modesta: xk non distruggerle proprio in italia o in un’altro paese occidentale, visto che sono stati gli americani e i loro alleati ruffinani (italia compresa) ad accendere la miccia prima e a soffiare sul fuoco delle varie “primavere” arabe, eh?? l’albania con questo non c’entra niente!!senza considerare che “smaltire da solo decine di tonnellate di armi chimiche in breve tempo e’ fuori dalla disponibilità di ogni paese membro della NATO” (come riporta l’articolo), a maggior ragione per l’albania che non ha le infrastrutture adatte.
schiavi dei americani.
quelle armi non saranno mai distrutte in Albania.. sono convinta che ne il governo ne il popolo albanese lo permetteranno mai.. è un paese con un clima mite e con tante risorse naturali per lasciarsi distruggere dalle richieste di usa o altri..
emilio non devi stare molto tranquillo perche in Albania mafia e molto forte e non devi sorprnderti se un giorno l’arsenale siriano finira in Italia
Io sono dell’idea che nessuno sta pensando alle conseguenze a cui 1300 tonnellate di armi chimiche possono portare.. Non si dovrebbe incaricare l’Albania di una simile responsabilità, fino a che le armi da smaltire sono quelle che lo stato aveva prodotto ok, ma se sono di qualcun altro la cosa è diversa. Credo inoltre che dovrebbero esserci soprattutto un informazione generale sulle conseguenze a cui questo può portare.. perché anche se solo una di quelle armi scoppia il problema non è più solo dell’Albania ma anche dei balcani dell’Italia e di tutto il resto d’europa..
Caro Emilio, quando le armi sarano smantellate, dove credi che si scaricherano i avanzzi…probabilmente in mare. Italia non e’ molto lontana dall’Albania…. Invece di stare gli a guardare,voi italiani dovreste esseri i primi a suportarci in questa causa.
Mah la cosa che non capisco è che in linea generale tutti voglione che le armi chimiche vengano smantellate ma nessuno al suo paese. Allora perchè costruirli, visto che anche in questo momento le stanno costruendo altre anche più pericolose.. Detto questo quelle armi da qualche parte devono essere smantellate e sarebbe meglio vedere come possiamo trovare un modo alternativo e meno pericoloso che fare il gioco della palla incandescente. Adesso questa cosa è in mano ai Albanesi…. ma tutti sapiamo che se succede qualcosa in albania l’inquinamento si spargera da per tutto….la stessa cosa se si fa in Siria o se si fa in America ecc…. Con questo modo di tappare i bucchi la barca rischia di affondare…. ma la barca di tutti non di un solo paese
Ragazzi non insistete a far capire a questo ragazzo Italiano i rischi che corre tutto il mediterraneo,tanto non capirebbe comunque, ormai i giovani italiani solo quando raggiungono 40 anni forse forse arrivano a giudicare .con chiarezza.
Tutto il loro mondo e il mediaset ed un mondo triste e piccolo. Mi dispiace dirlo ma e vero .
Mi avete subbissato di risposte della più diversa natura, Il problema di fondi resta, tutti i paesi che hanno le possibilità tecniche le costruiscono per paura di essere esposti ad altrui minacce, e nello stesso tempo n.
nessuno vuole avere a che fare conla distruzone di queste armi.
Gentile Genziana, Abel e Albanian ma credete veramente possibile distruggere le armi chimiche in un paese in preda a una guerra civile?
Alb 19: le Primavere arabe non sono nate per opera degli americani, ma in risposta a un confuso bisogno di libertà dei popoli arabi.
Qazim: Anche in Italia la mafia é molto forte. e aslora come la mettiamo?
Arjeta: Ma se non sono siriane di chi altri possono essere queste armi?
Caro e gentile
Chiedo scusa, per l’errore non ho finito:
Caro e gentile Anonim ti ringrazio per il “ragazzo” ma io sono nato nel 1930… quindi teoricamente dovrei giudicare con chiarezzza e allora ripropongo la domanda.Questo problema, la distruzione delle armi chimiche di un paese arabo, longa manus dell’Iran, in preda a una tragica guerra civile, COME SI RISOLVE?.
Allora signior Emilio, rispondo io alla sua domanda, però prima mi permetta di chiedere scusa per quel “buffone” nel mio precedente messaggio!!Se l’ho offesa non era mia intenzione e mi scuso!! Il fatto è che però troppo spesso quando si scrivono articoli in lingua italiana riguardo all’albania ne viene sempre fuori qualcuno (presumibilmente italiano) che ce ne dice di tutti i colori e inondano gli articolo con risposte spesso e volentieri dal tono discriminatorio e di superiorità intellettuale!! Perciò io leggendo quella sua domanda all’inizio, e non sapendo assolutamente la sua età, ho pensato “eccone un altro”!!Questo non vuole assolutamente essere una giustificazione ma semplicemente una possibilità di chiarimento del motivo per cui ho risposto come sopra.
Ora, tornando alla sua domanda “come si risolve”, io le dico che noi albanesi non siamo contro la distruzione delle armi, semplicemente non vogliamo che vengano stoccate e distrutte in albania. Per dei semplici motivi, alcuni dei quli li ho anche citati sopra:
1) considerando che sono pericolose per la vita delle persone, perchè rischiare noi se non le abbiamo costruite noi. Le nostre che avevamo e che ce le eravamo ereditate dal regime di hoxha le abbiamo distrutte da soli.
2)l’albania non ha ne la capacità ne le tecnologie e infrastrutture adatte per distruggere 2000-3000 tonnellate(o quelle che sono) di armi chimiche;
3)sì è vero che la tecnologia verrebbe offerta da altri paesi che la dispongono ma allora perchè non si fanno avanti loro e non le prendono nei loro paesi (data la pericolosità, evidentemente preferiscono non rischiare).
Inoltre, come ho detto sopra, c’è ben poco che funzioni bene in albania per via della corruzione che c’è a tutti i livelli di amministrazione, dai più bassi a quelli più alti. Quindi, com’è facilmente prevedibile, alla fine della fiera il popolo albanese si troverebbe con questo fardello da portarsi sulle spalle per anni, perchè ci va veramente poco che in albania scoppi tutto solo perchè qualcuno ha preso i soldi e invece di impianti sicuri ne ha costruiti alcuni fuori dalle dovute norme di sicurezza..sono cose che sono sempre successe, in albania più che ovunque, e che continueranno a succedere..però data la natura pericolosa di queste armi noi albanesi preferiamo non rischiare la vita fidandoci delle nostre amministrazioni e delle grandi società appaltatrici!!
Perciò la risposta alla sua domanda è: le prendano uno di quei 6 paesi al mondo che dispongono di impianti di stocchiaccio e distruzione di arsenali chimici. Non usiamo come cavia un paese piccolo governato da politici ruffiani e smidollati. E’ semplice.
sono assolutamente d’accordo con Arbri per quanto riguarda la soluzione alla domanda del Sig. Emilio…
1) d’accordo col fatto che se le prendano questi grandi paesi ,ben attrezzati a smantellare queste armi e soprattutto meglio predisposti per qaunto riguarda gli spazzi territoriali, che sicuramente sono di gran lunga piu ampi dei nostri….
2)d’accordo col fatto che l’Albania , a mal in cuore, viene governata da una massa di CANNIBALI DI ANIME oserei chiamarli per il fatto che adesso agli albanesi stanno solo risucchiando l’anima e la dignita’ perche materialmente ed economicamente l’hanno distrutta da tempo…..
La fortuna di questo bellissimo popolo e l’ottimismo dal quale e’ fortemente caratterizzato e spero che anche questa volta questo ci aiutera….In verita’ dovrebbero contribuire ad aiutarci , sensibilizzando la coscienza dei cittadini, tutti i paesi a noi confinati e tutti i paese dell’europa tra le quali SOPRATTUTTO L’ITALIA..
Sono Matteo, quello che dirige East Journal. Anzitutto mi scuso con il sig. Bonaiti per non aver visto quel “buffone” in un precedente commento, altrimenti non sarebbe stato pubblicato (e adesso verrà rimosso). In secondo luogo ringrazio Bonaiti per le sue “modeste domande” che sempre scatenano putiferi che – come in questo caso – finiscono per far ridere dal tenore delle risposte. In molti avete dato per scontato che, con il suo commento, Bonaiti avesse voluto dire: “le armi ve le dovete smaltire voi”. Invece non ha detto nulla di tutto questo.
Provo a rispondere io, senza dire nulla di illuminante temo. Le armi chimiche andrebbero smaltite in un paese che possiede la tecnologia per farlo. Ma credo che alla fine – se non sarà l’Albania – toccherà a un paese considerato dalla comunità internazionale di serie B, e con una élite politica ben disposta a fare favori e prendersi in casa scorie et similia.
Matteo
Grazie Matt, hai chiarito molto meglio di me il problema. Non intendevo assolutamente sostenere che l’Albania doveva farsi carico del problema, ma riproponevo l’eterno ritornello: NON NEL MIO GIARDINO!