ROMANIA: Contro la guerra in Libia, o contro Sarkozy

di Matteo Zola

L’intervento militare in Libia (guai a chiamarla guerra, per carità) ha diviso l’Europa tra interventisti, pacifisti, neutralisti, confermando una volta di più quanto l’Unione sia “divisa, calpesta e derisa”, mutuando un verso dal nostro Mameli. Così, mentre la Francia comanda, la Gran Bretagna dispone, l’Italia si accoda e la Germania rifiuta, gli altri Paesi membri si animano sulla posizione da tenere.

In Europa orientale c’è un Ungheria, che silenziosamente prosegue la sua presidenza di turno dell’Unione, e la Polonia che – prossimo presidente dell’Ue – fa orecchie da mercante. La Romania, dal canto suo,”non appoggia una soluzione militare in Libia“. A dirlo è il presidente romeno Traian Basescu che ha inoltre specificato la sua contrarietà nel riconoscere il Consiglio Nazionale di Transizione (l’opposizione libica) quale interlocutore istituzionale. Naturalmente Sarkozy non l’ha presa bene. L’acredine tra Francia e Romania è di vecchia data, e trova il suo exploit nella questione del rimpatrio dei rom romeni voluto da Sarkozy per ingraziarsi l’elettorato di destra.

Quando Basescu è andato in tv per spiegare la sua posizione, a molti sono tornati alla mente i rapporti tra Ceausescu e Gheddafi datati anni Ottanta. Quanto quella tradizione di rapporti tra Romania e Libia sia all’origine della decisione di Basescu, è difficile dirlo, ma più che l’amicizia con Gheddafi al presidente romeno dev’esser interessato fare lo sgambetto a quello francese. C’è infatti da credere che, qualora sia la Nato a chiderlo, Basescu sarà in prima fila: l’atlantismo romeno non è in discussione, specie da quando gli Usa hanno dotato la Romania di uno scudo missilistico anti-russo.

Sui giornali romeni tornano però le foto dei due dittatori che se la ridono e si scambiano doni (tra cui una copia del Corano in romeno).  Osservatorio Balcani riporta come Stefan Andrei, ex ministro degli Esteri del periodo 1978-1985, ricorda su Romania Libera che Gheddafi era una persona imprevedibile che non teneva conto delle regole internazionali. La stampa romena e internazionale ha scritto inoltre molto della megalomania, della paranoia e della testardaggine quali caratteristiche in comune di Ceauşescu e del colonnello Gheddafi. “Un Ceauşescu africano” hanno scritto alcuni giornali, che rischia, come accaduto a Ceauşescu, che il suo attaccamento al potere lo porti alla fucilazione. Fino all’ultimo per il dittatore romeno la responsabilità fu di “agenturile straine”, cioè forze estere – riportano gli stessi giornali – e anche Gheddafi in modo molto simile si sta atteggiando a vittima di complotti stranieri.

Cose vecchie. O forse no, poiché si apprende da Wikileaks di una vendita di armi al Raìs datata 2008. Che poi, nella cosidetta realpolitik, sia fatto palese che tutti i governi vendano armi a dittatori e regimi, salvo poi deplorarne l’operato in tv, non significa che tali comportamenti possano essere costantemente tollerati dalle opinioni pubbliche in nome di un banale, e qualunquista, “così fan tutti”.

Chi è Matteo Zola

Giornalista professionista e professore di lettere, classe 1981, è direttore responsabile del quotidiano online East Journal. Collabora con Osservatorio Balcani e Caucaso e ISPI. E' stato redattore a Narcomafie, mensile di mafia e crimine organizzato internazionale, e ha scritto per numerose riviste e giornali (EastWest, Nigrizia, Il Tascabile, Il Reportage). Ha realizzato reportage dai Balcani e dal Caucaso, occupandosi di estremismo islamico e conflitti etnici. E' autore e curatore di "Ucraina, alle radici della guerra" (Paesi edizioni, 2022) e di "Interno Pankisi, dietro la trincea del fondamentalismo islamico" (Infinito edizioni, 2022); "Congo, maschere per una guerra"; e di "Revolyutsiya - La crisi ucraina da Maidan alla guerra civile" (curatela) entrambi per Quintadicopertina editore (2015); "Il pellegrino e altre storie senza lieto fine" (Tangram, 2013).

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3 commenti

  1. Ceausescu was friends not only with Gaddafi, but also with all the other dictators from Egypt, Syria and all the other Middle East countries. The Romanian people was accused by many for killing Ceausescu, but, as you can see now, we were very inspired to do so and spare the Romanians from a massacre by Ceausescu’s Secret Police or by, who knows, external interventions like the ones in Yugoslavia…As for what happens now in Libya, Romania was forbidden to acquire the F16 American fighter jets, remember?, its capacity to sustain such an intervention within NATO is very limited…

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